Arrivato a Milano lo scorso gennaio dal Feyenoord per 32 milioni di euro più bonus, Santiago Gimenez ha vissuto settimane di grande intensità. Il suo inserimento nella nuova realtà non è stato immediato, ma il messicano ha mostrato determinazione e fiducia nel proprio percorso. Intervistato dal Corriere della Sera, l’attaccante ha raccontato le sue prime impressioni sulla città e sull’ambiente rossonero:

Mi sono adattato a una nuova città, un nuovo ambiente. Adesso voglio fare ciò per cui sono arrivato. I gol arriveranno, ne sono sicuro. Ma l’importante è vincere. Se segna Rafa o Christian o un altro compagno, è uguale. 

Santi non si sottrae al peso delle aspettative, anzi, è consapevole della pressione che accompagna chi veste la maglia rossonera:

San Siro è indescrivibile, per chi non ci è mai stato. So che si aspettano molto da me, perché sono giustamente esigenti, per i grandi attaccanti del passato. Ibra, Kakà, Ronaldinho. Qui c’è grande pressione. Ed è bellissimo. So di potercela fare. 

Parole che lasciano trasparire una grande forza mentale, forgiata anche da un episodio drammatico vissuto da ragazzo. Al CorSera racconta:

Quando avevo 17 anni mi hanno diagnosticato una trombosi al braccio. Ho subito tre operazioni, sono stato fermo sei mesi. A un certo punto i medici mi hanno detto chiaramente che se l'ultimo esame non fosse andato bene avrei dovuto smettere col calcio. 

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