Secondo Ziliani, la squadra naviga oggi nella mediocrità della Serie A. La gestione tecnica di Paulo Fonseca, scelto dalla dirigenza per dare un’identità più moderna e dominante al gioco rossonero, è già finita sotto accusa:

Fonseca sull’orlo di una crisi di nervi (prima del j’accuse verso i giocatori si era reso protagonista di un’intemerata fuori luogo nei confronti dell’arbitro La Penna per la sconfitta patita in casa dell’Atalanta) è la cartina di tornasole del fallimento e del caos che regnano in casa-Milan. E i dirigenti che sia dopo lo sfogo di Bergamo, sia dopo lo sfogo post Stella Rossa restano in silenzio, si defilano e lasciano il loro allenatore platealmente solo e abbandonato, certificano due cose. Innanzitutto la loro codardia, per non dire vigliaccheria. Visto che la scelta di Fonseca - contrastatissima dai tifosi in estate - è stata loro.

Le tensioni nello spogliatoio non aiutano: episodi come quelli di Calabria, Theo Hernandez e Leao segnalano un gruppo disunito e senza guida... Il rischio, ora, conclude Ziliani, è che il Milan resti fuori dalla Champions League e dalle principali competizioni europee. Per evitare il disastro, serve un cambio di rotta immediato, ma chi lo guiderà?

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