Fonseca ha respinto le critiche sul rendimento difensivo della squadra, ha evidenziato i progressi fatti e minimizzato gli errori contro la Stella Rossa. Ha ribadito che le difficoltà incontrate derivano principalmente da un’incostanza mentale che si riflette nelle prestazioni:

Siamo andati in USA con 15 giocatori e tanti ragazzini. La maggior parte di chi ha fatto le prime 4 settimane con noi non era nei piani, tanti erano in Nazionale. E' andato tutto molto bene, ma non c'erano i nazionali. Sono arrivati otto giorni prima della prima di campionato. Non è in otto giorni che si può cambiare tutto. Dopodiché è stato difficile allenare perché si gioca ogni tre giorni. Per me abbiamo già messo mano a cose che sono importanti, magari a volte non coi risultati a cui miravamo, ma ci sono stati progressi. Il problema l'ho denunciato, siamo sulle montagne russe, si passa da Empoli e Sassuolo a gare come quella contro l'Atalanta, in particolare nel secondo tempo. Loro col Real Madrid hanno avuto più problemi di quanti non ne abbiamo avuti noi, e questa è tutta una questione mentale, di come vediamo e interpretiamo le partite. Se sottovalutiamo la Stella Rossa, con presunzione, non si va da nessuna parte.

Fonseca infine ha risposto con serenità alle domande sul suo stato d’animo e su quello della squadra. Ha ribadito la fiducia nei capitani e nella gerarchia interna, confermando di credere ancora nello scudetto, anche se consapevole delle difficoltà. Per lui, il Milan ideale è già visibile a tratti: ora serve costanza per riportare la squadra ai vertici. Dove merita di stare.

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