Presuntuoso Ibrahimovic lo è stato dal primo giorno che ha indossato gli scarpini ai piedi. Lo era in campo, sempre pronto al muso duro contro l'avversario o il malcapitato di turno. Ne sa qualcosa la giornalista Vera Spadini (Sky) che nel 2012, a margine di un Milan-Lecce si prese in faccia dallo svedese un insulto del tutto gratuito: «Che caxxo guardi!» diventò un meme che sui social ancora oggi qualcuno qua e là riporta a galla.

L'indomani, il club, allora sotto l'attentissima direzione di Silvio Berlusconi, fece consegnare alla cronista un bel mazzo di rose rosse come segno delle scuse del giocatore e della società. Scuse accettate e caso chiuso. Con quel carattere di ferro, Ibra un po' sbruffone lo è sempre stato.

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Il ruggito di Zlatan

L'essere altezzoso non è detto sia un difetto, ma c'è modo e modo, e c'è ruolo e ruolo. Se a un calciatore si può perdonare un momento di stizza, soprattutto quando l'adrenalina è ancora in corpo, magari appunto a fine partita, a un dirigente insomma, viene un po' più difficile. Zlatan da qualche mese ha un nuovo incarico a Casa Milan, rappresenta in un certo senso la proprietà americana, è un uomo con molti poteri - magari non tutti - al comando. È un leader, almeno dovrebbe esserlo. E un leader non può perdere le staffe o guardare sempre e solo tutti dall'alto.

Zlatan Ibrahimovic lascia la zona mista di San Siro (Milan-Liverpool)

Il siparietto di ieri sera in diretta Sky, prima di Milan-Liverpool, protagonista oltre allo svedese l'ex Milan Zvone Boban (un altro che non le manda mai a dire) è stato semplicemente imbarazzante.

Scintille a Sky: Ibrahimovic contro Boban

Ibra ha aperto le danze davanti alle telecamere, collegato dal Meazza, andando subito a chiarire la sua posizione, da molti criticata dopo l'assenza sugli spalti dell'Olimpico di Roma prima della sosta:

Quando il leone va via i gattini si avvicinano, quando il leone torna, i gattini spariscono - ha detto lo svedese. Livello troppo basso, mi sto concentrando sul lavoro, sono andato via per motivi personali. Sono sempre presente dal primo giorno che ci sono.

A quel punto Boban ha chiesto a Zlatan delucidazioni sulle sue effettive mansioni ai piani alti di Casa Milan. La riposta, poco intelligente, da superiore in tutto e per tutto, ha acceso la diatriba tra i due e scatenato nuove polemiche sui social:

Io sono il boss e tutti lavorano per me e si lavora in silenzio. Si pedala. Così Boban ora capisce meglio il mio ruolo: sono il boss.

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