Il destino di Paulo Fonseca si è deciso nel cuore di San Siro, poco dopo il pareggio con la Roma. Una vittoria sofferta contro l’Hellas Verona non è bastata a placare le critiche né a fugare i dubbi di una società che, alla luce dei recenti risultati, ha scelto di voltare pagina. Già prima del match con i giallorossi la dirigenza aveva preso in considerazione l’esonero, una scelta poi maturata definitivamente nelle ore successive. Il tecnico portoghese, lasciando il Meazza, ha confermato il suo addio dichiarando di avere la coscienza pulita, ma questo non è bastato a garantirgli la permanenza in panchina.

I numeri di Fonseca non hanno convinto. L’ottavo posto in campionato, lontano dalle aspettative di un club abituato a competere ai massimi livelli, ha pesato come un macigno. Gli obiettivi stagionali, tra cui la qualificazione alla Champions League, sono seriamente a rischio. Le tensioni all’interno dello spogliatoio, culminate con il recente attrito con Theo Hernandez, hanno ulteriormente incrinato il rapporto tra il tecnico e l’ambiente rossonero. In un clima di instabilità, il cambio di guida tecnica è apparso inevitabile.

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