Giorgio Furlani ha condiviso alcune riflessioni sul futuro del Milan durante la trasmissione "Supertele" su DAZN. L'amministratore delegato dei rossoneri ha toccato vari aspetti che riguardano la squadra, dalle ambizioni al mercato fino alla situazione finanziaria.

Una settimana chiave e il bilancio stagionale

È una settimana cruciale quella appena decollata in casa Milan. Lo è sia dal punto di vista del tifoso che da quello dei dirigenti, caratterizzata da due importanti partite all'orizzonte (Roma in Europa League e Inter in campionato). Furlani ha espresso un cauto ottimismo, sottolineando come sia ancora prematuro dare un giudizio complessivo sull'annata:

È troppo presto dare un giudizio. Vediamo quest'ultimo mesetto. Stiamo facendo bene rispetto allo scorso anno. Siamo 12 punti avanti rispetto a un anno fa. Peccato essere usciti dalla Champions, ma il girone era difficile. Noi partiamo sempre per vincere.

Mercato e strategie future

Sulla questione mercato, Furlani è stato chiaro: il Club non venderà i propri giocatori per dare un equilibrio ai conti sul bilancio. Furlani ha ribadito l'intenzione del Milan di mantenere i propri giocatori chiave, come Leao, Maignan e Theo Hernandez:

Non abbiamo bisogno di fare cessioni per rientrare dalle perdite, essendo una società in attivo. Rafa, Mike e Theo sono giocatori del Milan, hanno contratti lunghi e sono contenti di rimanere al Milan.

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Obiettivi e sguardo al futuro

L'AD del Milan ha poi delineato il macro-obiettivo per l'estate: fornire all'allenatore una rosa competitiva per lottare e vincere su più fronti. Furlani ha riconosciuto che non è sempre possibile trionfare, ma ha rimarcato l'importanza di riprovarci, specialmente alla luce delle difficoltà incontrate nell'ultima Champions League:

Il nostro lavoro è quello di dare al mister la squadra più competitiva possibile per raggiungere certi traguardi. Il Milan parte sempre per vincere. La verità è che non ci si può riuscire tutti gli anni. Con il Newcastle siamo stati sfortunati, con il Borussia Dortmund al ritorno eravamo condizionati dagli infortuni. La Champions è un rimpianto, ma faremo di tutto per far meglio il prossimo anno.

L'addio di Giroud e il ruolo di Ibrahimovic

Per Oliver Giroud questa potrebbe essere l'ultima stagione in maglia rossonera:

Ha fatto la storia del Milan e sta performando ancora ad alti livelli. Non siamo stati timidi lo scorso anno sul mercato e non lo saremo nemmeno in quello che arriverà laddove ce ne sarà bisogno. I ragazzi arrivati in estate hanno fatto bene e sono felici di stare qui. Vediamo cosa deciderà di fare lui. Se deciderà di andare via, qualcosa faremo.

A proposito di Zlatan Ibrahimovic, l'AD del Milan ha chiarito che l'ex campione svedese non prenderà decisioni isolate:

Si è detto tanto su Zlatan. La leadership e le decisioni finali sono di RedBird e di Gerry Cardinale. Sotto di lui c'è un gruppo di lavoro. Zlatan sta già facendo vedere che è anche un grande campione fuori dal campo. Contribuisce su vari fronti. Sulla parte sportiva è composta da Zlatan, Gef Moncada e io. Ognuno ha delle competenze. Poi ci sono altre aree di lavoro come quella dello stadio dove Scaroni è molto coinvolto. La leadership è di Cardinale. Ibra ha molta influenza sulla parte sportiva.

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San Siro tra storia e futuro

Un tema a cuore a molti tifosi è quello relativo al futuro di San Siro. Furlani ha espresso un sentimento personale di attaccamento al “Giuseppe Meazza”, riconosciuto in tutto il mondo come uno degli impianti più prestigiosi della storia del calcio. Tuttavia, l'AD del Milan ha anche spiegato come l'attuale struttura abbia ormai raggiunto i suoi limiti funzionali ed economici:

Io avevo l'abbonamento con mio papà. San Siro è un posto speciale e anche i tifosi di calcio nel mondo ti dicono che San Siro è nei top 5 stadi al mondo. Lo stadio è un motore per creare risorse che vengono reinvestite nel calcio e oggi San Siro è un prodotto datato.

La crescita economica del Milan

Infine, l'amministratore delegato del Milan ha affrontato la questione del fatturato del Club, indicando come i rossoneri stiano lavorando attivamente per incrementare le entrate attraverso vari canali e le iniziative legate allo stadio. L'obiettivo è quello di rendere il Milan sempre più competitivo, sia in campo che fuori:

Siamo attorno ai 400 milioni circa. Quanto può crescere? Domanda complicata. Dipende sicuramente dall'attività che facciamo noi e quindi dal lavoro che svolgiamo coi nostri partners, in parte dipende dalle competizioni UEFA - quanto andiamo avanti - e dal lavoro che facciamo con la Serie A, non solo come Milan ma insieme alle altre 19 società, per accrescere il fatturato della Serie A soprattutto a livello media. E poi c’è la parte stadio che è importantissima: a oggi come stadio abbiamo San Siro e ci focalizziamo su questo per renderlo un’esperienza migliore per i nostri tifosi. Un domani chi lo sa.

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