Dopo la sconfitta di Parma il Milan ha deciso di far parlare Yunus Musah davanti alle telecamere. Scelta che può avere anche un perché comprensibile, ma che alla fine purtroppo si è rivelata particolarmente infelice. Senza pensarci un secondo, il centrocampista in diretta tv ha dichiarato di non saper cosa fare in campo (concetto qui ripreso in sintesi), e la dichiarazione ha infastidito non poco staff tecnico e dirigenza. Forse, con il senno del poi, sarebbe stato meglio far parlare al Tardini un dirigente, Ibrahimovic - in realtà già protagonista nel pre gara - o comunque un altra figura rappresentativa del club.

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Retroscena Parma-Milan: discorso di Ibrahimovic in spogliatoio

Dopo il triplice fischio Ibra in realtà ha parlato, ma non ai giornalisti, si è riunito in spogliatoio con squadra e staff per qualche minuto, lontano da occhi indiscreti. Tutti sono rimasti in silenzio - ovviamente - e lo hanno ascoltato. Niente urla, nessuna spronata eccessiva. Zlatan nel suo discorso alla squadra ha usato parole misurate e incisive, ha ribadito la fiducia nella qualità e nella personalità del gruppo, ma ha anche ricordato che giocare senza il giusto atteggiamento non porta lontano, tutt’altro: il talento da solo non basta se non è accompagnato dalla giusta applicazione. Ibrahimovic ha ricordato a tutti il significato di due termini che il Milan ha sempre considerato basilari nella sua storia: orgoglio e appartenenza.

Zlatan Ibrahimovic golfino e camicia nera

L'appello ai campioni

I problemi che rendono oggi i rossoneri una squadra fragile non solo solo mentali. Ma dalla testa tanto può migliorare, basterebbe uno scatto in più, e i primi a doverlo fare sono i giocatori che in spogliatoio godono di maggior leadership. Rafa Leao e Theo Hernandez, i campioni, i pilastri dell’ultimo Milan scudettato, sono tra i giocatori che in queste prime due uscite di campionato hanno mostrato maggiori segnali di difficoltà. Il Milan su di loro conta molto, li ha tolti dal mercato, li ha protetti, li ha vestiti di un ruolo ancora più centrale nel nuovo progetto tecnico e ora tocca a loro rispondere alla totale fiducia riposta dal club. Tocca a loro accendere i compagni e creare le giocate più pericolose. Al pari di Maignan, tra i migliori in campo a Parma e autore di una prova molto positiva all’esordio contro il Torino, sono Theo e Rafa i giocatori chiamati a dover trascinare il Milan. Ibra in settimana insisterà anche su questo, dopo la spronata di Parma è pronto a confrontarsi individualmente con gli uomini spogliatoio. Se giocatori come Theo e Rafa non si accendono, soprattutto mentalmente, è normale che sia tutto più complicato. 

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