Cinque gol, uno in più rispetto al 3-3 tra Real Madrid e Manchester City di martedì sera. Tra Paris Saint-Germain e Barcellona il primo round dei quarti di finale si è chiuso 3-2 per i catalani. Non è stata una partita scoppiettante quella andata in scena al Parco dei Principi, decollata con qualche intoppo tattico risolto solo dai cambi in corsa dai due allenatori. A decidere la sfida di Champions League a Parigi non sono state le giocate di Mbappé quanto gli errori di Donnarumma, con uscite azzardate e rinvii imprecisi che hanno aperto la strada alle marcature del Barcellona. Una nuova serataccia per l'ex portiere del Milan.

PSG-Barcellona, l'errore di Donnarumma sull'1-0 di Raphinha

Il Barcellona ha salutato il primo tempo in vantaggio, sfruttando con pragmatismo l'unica vera occasione da gol. Il PSG dal canto suo ha pagato la scelta di Luis Enrique di lasciare in panchina Zaire-Emery e Barcola, limitando di fatto le opzioni offensive della squadra. Non tutto è andato storto però ai francesi: Asensio ad esempio ha fornito qualche buon ssist a Mbappé e Dembélé. Vitinha, invece, ha mostrato personalità sfondando le linee catalane, ma l'effetto è stato breve.

Il match al Parco dei Principi, diventato una bolgia, si è sbloccato al 37' su un cross proveniente dalla destra di Yamal, non chiuso da Mendes: Donnarumma ha sporcato il pallone anticipando Lewandowski ma non è riuscito a disinnescare il pericolo. L'ha regalato a Raphinha, che ha raccolto e insaccato.

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Donnarumma concede il bis: sarataccia!

Il PSG ha impiegato qualche minuto per ribaltare la situazione, superato l'intervallo. Prima con Dembélé, che ha segnato con un tiro sotto la traversa, e poi con Vitinha, servito da Ruiz. La risposta del Barcellona è arrivata ancora con Raphinha, assistito da Pedri appena entrato in campo, ma soprattutto da un altro errore di Gigio Donnarumma. E non è finita qui: con l'ingresso di Christensen, il Barcellona ha completato la rimonta con una marcatura di testa, quella del definitivo 3-2. Luis Enrique nel post partita si è detto comunque soddisfatto: 

È stata una buona partita. Ci siamo complicati la vita, ma andiamo a Barcellona con fiducia: sarà una finale.

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