Si torna a discutere di una possibile partnership tra il fondo sovrano dell'Arabia Saudita, PIF (Public Investment Fund) e il Milan di RedBird. Oggi sul Sole 24 Ore, in un articolo a firma Carlo Festa, si legge di una “nuova fase della campagna di investimenti" del fondo arabo, proprietario del Newcastle, in Europa. I fari del fondo PIF sarebbero puntati a Ovest su infrastrutture, energie rinnovabili, tecnologia, immobiliare e intrattenimento, fino allo sport.

RedBird: il Milan non è in vendita!

Il fondo FIP punterebbe a investire nello sport e starebbe indirizzando la propria attenzione in particolare sui maggiori club europei di calcio, tra cui - sostiene il Sole 24 Ore - anche il Milan di Gerry Cardinale. Cardinale però non è intenzionato a vendere, gli investimenti di RedBird sul Milan sono appena iniziati e il percorso di crescita del Club è ancora lungo: c'è uno stadio da costruire e a cascata traguardi sportivi da raggiungere, in Italia e in Europa. La scorsa settimana, ospite a Londra a un summit del Financial Times, il numero uno del fondo americano aveva chiarito punto per punto tutti gli obiettivi alla guida del Milan.

PIF e RedBird, negoziati in corso…

Agli arabi di PIF - scrive il Sole 24 Ore - “è stata ventilata l'ipotesi di investire nel veicolo di RedBird che possiede la squadra rossonera, fornendo i capitali necessari a ripagare un vendor loan di Elliott per 550 milioni”. Anche qui tuttavia va fatta una precisione: a differenza di quanto riportano da mesi quotidiani e siti web - secondo informazioni in nostro possesso - Gerry Cardinale non è affatto “ossessionato” dal debito con Elliott, “finanziamento” - per utilizzare un termine più corretto - che tecnicamente potrebbe anche essere rischedulato.

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Cardinale e Scaroni

Cardinale, questo sì, è alla costante ricerca di nuovi investitori e il Medio Oriente è oggi un salvadanaio con ricchezze - estremizziamo - illimitate. Non deve sorprendere quindi che RedBird e il Milan vengano da tempo accostati a PIF, fondo con un patrimonio totale stimato di oltre 776 miliardi di dollari. Il Sole 24 Ore oggi riporta sola un'indiscrezione: “I negoziati sarebbero in corso - si legge sul quotidiano -, con la deadline di fine marzo per prendere una decisione”.

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