Scommesse, Corona: «Mai fatti nomi dell'Inter e ce n'erano»
Fabrizio Corona torna a parlare del caso "calcioscommesse". Parole che fanno discutere: «Tonali e Fagioli - ha detto - mi devono ringraziare».
Fanno parecchio discutere alcune recenti dichiarazioni di Fabrizio Corona sul caso scommesse nel calcio. Scoppiato (anche) dalle pagine del sito “Dilinger” la scorsa estate, aveva scosso le fondamenta del calcio italiano svelando meccanismi a dir poco inquietanti. Durante il podcast "352 sport", l'ex re dei paparazzi ha riacceso il dibattito.
Inter-calcioscommesse, Corona sapeva e non ha detto
Corona ha ammesso apertamente di aver agito (su “Dilinger”) guidato da motivazioni strettamente personali. La decisione di divulgare informazioni sullo scandalo non è stata dettata da un desiderio di giustizia o trasparenza, ma piuttosto dalla necessità di promuovere la sua testata giornalistica. Grazie a questa mossa, il portale ha registrato una crescita esponenziale, raggiungendo traguardi significativi come 300mila follower e 2,5 milioni di utenti unici in sole ventiquattro ore, posizionandosi come un punto di riferimento nel panorama informativo. Non solo. Corona, noto tifoso dell'Inter, ha agito anche a tutela della sua squadra del cuore.
L'ho sempre detto, faccio i nomi degli altri ma i nomi dell'Inter mai. E ce n'erano.
Corona: «Tonali e Fagioli mi devono ringraziare»
Sul caso “scommesse” Corona ha fatto anche una terza rivelazione. Ha spiegato come le sue azioni abbiano avuto conseguenze dirette sulla vita di alcuni calciatori, in particolare su quelle di Sandro Tonali (un anno fa passato dal Milan al Newcastle) e Nicolò Fagioli della Juventus. Secondo Corona, l'attenzione mediatica catalizzata sulle loro figure, lontano dall'essere deleteria, avrebbe invece giocato a favore dei due calciatori.
Tonali e Fagioli mi devono ringraziare. Fagioli lo avrebbero am...o ed era senza soldi, ora è ritornato milionario, senza debiti e sano.
Il suo intervento, insomma, ha contribuito a salvare i due atleti da situazioni personali e finanziarie disastrose, trasformandoli da potenziali cadute a stelle risplendenti nel firmamento sportivo, liberi da debiti e con carriere rilanciate. Almeno, così sostiene.
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