Diverbio nel post partita di Monza-Milan, finita 4-2, tra Alessandro Costacurta e Matteo Gabbia. Il difensore di Pioli, classe 1999, in collegamento dalla zona interviste dell'U-Power Stadium ha “battibeccato” con l'ex campione rossonero ospite nello studio di Sky Calcio Club.

Costacurta contro Gabbia: cosa è successo nel post partita di Monza-Milan

Cosa è successo esattamente? Durante uno dei suoi interventi da studio, Costacurta ha parlato degli errori commessi in partita da Malick Thiaw, e di uno in particolare, quello che ha generato il calcio di rigore dell'1-0. 

Thiaw, che è al rientro da titolare, sbaglia tre volte in tre secondi. Primo intervento di testa, poi fa fallo su Djuric quando non c’è bisogno e poi fa fallo su Mota. I difensori centrali del Milan quest’anno hanno sbagliato tanto. Credo che Gabbia lo sappia, è un po’ la costante.

Gabbia braccio teso

Gabbia: «Sbagliato parlare di singoli»

Per Matteo però puntare il dito contro un singolo giocatore è fuori luogo:

Io penso che ogni volta che si subisca gol o più è una responsabilità di squadra. Poi gli errori individuali nel calcio ci sono e condizionano la partita e il risultato. Sminuire un giocatore in una situazione che ha sbagliato non è corretto secondo me. Il calcio è un gioco di squadra e secondo me stasera potevamo lavorare meglio tutti.

Costacurta stizzito ha ripreso la parola:

Non sono corretto perché dico che uno ha sbagliato? Non sarai corretto tu che sei un suo compagno di squadra. Se io dico che in un gol ha sbagliato un giocatore tu non devi dire che non sono corretto. Io sono un analista, non devo difendere i compagni di squadra.

Gabbia ha quindi precisato:

Ho detto che in quella situazione, in quel momento, penso sia riduttivo parlare di un singolo. Lì abbiamo sbagliato tre volte. In quella situazione io potevo metterci una pezza. Di conseguenza è un errore di due giocatori. In più si poteva fare una copertura diversa. Capisco che ci possano essere degli errori individuali ma alla fine, onestamente, si può sempre rimediare.

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