Milan-Monza 3-1, buone (e chiare) indicazioni da San Siro
Il Milan supera 3-1 il Monza e alza al cielo del Meazza la seconda edizione del Trofeo Silvio Berlusconi. Ecco come hanno giocato i rossoneri.
Molto più di una semplice amichevole, il Trofeo Silvio Berlusconi andato in scena ieri sera a San Siro, e chiuso con il successo dei padroni di casa per 3-1 (in gol Saelemaekers, Daniel Maldini per i brianzoli, Jovic e Reijnders), ha dato spunti interessanti sulla futura impostazione del Milan. Da segnalare alcune prestazioni individuali degne di nota.
Un Milan in evoluzione
Paulo Fonseca contro il Monza ha rivisto completamente la formazione tra il primo e il secondo tempo: l'undici titolare, o meglio quello più prossimo, è sceso in campo alle 21. Il portoghese ha sperimentato due assetti di gioco diversi. Nel corso della prima frazione di gioco, l'attacco è stato affidato a Morata, coadiuvato da Saelemaekers, Loftus-Cheek e Leao. La seconda metà dell'incontro ha visto invece una mediana ridefinita, più solida e fluida, con l'inserimento di Bennacer e Reijnders. Fonseca e i suoi collaboratori sono alla ricerca della formula migliore in vista dei primi impegni ufficiali della nuova stagione.
Nasce il Milan di Morata
Una delle note più liete per il Milan è stata la performance di alcuni giocatori chiave. Morata, in particolare, si è distinto nella prima mezz'ora (poi si è spento e ha spento il Milan) non solo per il suo ruolo attivo in fase offensiva ma anche per la sua capacità di retrocedere e contribuire alla costruzione del gioco, un'abilità che darà certo nuove dimensioni all'attacco rossonero. Anche se in ritardo di condizione, l'ex Atletico ha già fatto capire che in questo Milan calza a pennello.
Pollice in su
Il migliore in campo? Saelemaekers. Al di là del gol che ha aperto la serata, il belga ha giocato una prestazione totale, quasi da 8. Altra nota positiva è stato il gol di Tijjani Reijnders, un'autentica perla dalla distanza: l'olandese - non è certo una sorpresa - può vantare su potenzialità offensive sopra la media. Il Milan spera che il secondo anno dell'ex AZ-Alkmaar sia più produttivo del primo.
Verso il Torino…
Fonseca ha un'idea: vuole Morata al centro del gioco, punta ad adattare la versatilità dello spagnolo alla dinamica della squadra, fulcro di una specie di quadrilatero offensivo. Questo Milan sta affilando un'arma molto tagliente: vuole sfruttare il movimento senza palla e gli inserimenti dai reparti bassi per disorientare le difese avversarie.
Buona la quinta, però vietato esaltarsi: durante la pre-season il Milan non ha sbagliato un colpo, tra alti e bassi ha sempre strappato il successo (o il pareggio nei novanta minuti come contro Rapid Vienna, Manchester City e Barcellona), ma le amichevoli estive, si sa, non assicurano certezze. Il Diavolo anche nella notte di San Siro, davanti a 54mila tifosi, ha dimostrato di possedere carte importanti da giocarsi, individuali e di squadra. Il vero banco di prova però sarà rappresentato dai primi imminenti impegni ufficiali, a cominciare dal match di sabato sera al Meazza contro il Torino. Lì ritmi e motivazioni saranno diverse, di certo più elevate. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…
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