Il futuro dello stadio di San Siro è tornato al centro di un acceso dibattito che coinvolge la politica, Milano e i suoi cittadini e soprattutto i due club della città, Inter e Milan. Oggi si è svolto a Palazzo Marino un incontro cruciale: da una parte i rappresentanti delle due società calcistiche, dall'altra parte del tavolo il sindaco Giuseppe Sala.

Rifiutato il progetto WeBuild

Durante il vertice, che ha visto la presenza di Giorgio Furlani per il Milan e Alessandro Antonelli per l'Inter, e di rappresentanti del fondo Oaktree, è stata discussa la proposta di ristrutturazione dello stadio Meazza presentata dallo studio WeBuild. Al termine dell'incontro Sala ha aggiornato i media:

Le due squadre mi hanno detto lunghe analisi di fattibilità tecnico ed economiche rispetto all'ipotesi di ristrutturare San Siro. Fondamentalmente partendo dal progetto di WeBuild, ma in sostanza cercando di inserire le ipotesi realistiche di ristrutturazione. Dopo lunghe analisi sono arrivate alle conclusione che non è ristrutturabile, o per lo meno non è ristrutturabile a costi accessibili, e che quindi non considerano l'ipotesi San Siro come appunto si era pensato negli ultimi mesi fattibile.

Le ragioni del rifiuto di Inter e Milan risiedono nei costi elevati richiesti per l'ammodernamento di San Siro, valutati ben al di sopra delle stime iniziali proposte da WeBuild. La decisione riapre dunque il dibattito sul futuro dell'impianto, e porta nuovamente in auge l'ipotesi della costruzione di un nuovo stadio.

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Inter e Milan verso un nuovo stadio (insieme)

Ora Inter e Milan sono pronte a valutare una vecchia soluzione: realizzare uno stadio in comune nelle immediate vicinanze del Meazza, un impianto all'avanguardia capace di rispondere alle esigenze moderne di spettatori e squadre senza trascurare il valore storico e simbolico di San Siro.

Nel compiere i prossimi passi - sempre che verranno fatti - bisognerà valutare attentamente tutti gli aspetti relativi alla realizzazione di una nuova struttura: dalla sostenibilità ambientale al rispetto della memoria storica, dalla funzionalità sportiva agli impatti sociali ed economici sul quartiere e sulla città. Il dibattito (tanto per cambiare) è aperto.

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