L'affare d'oro delle birre allo stadio: l'inchiesta sugli ultras scoperchia il vaso di Pandora
Giro d'affari illegale a San Siro: capi ultras di Inter e Milan accusati di estorsione e intimidazione. Legami sospetti con la 'ndragheta.
L’inchiesta sul tifo organizzato della curve di Inter e Milan ha portato alla luce un affare illegale legato alla vendita di birre all’interno dello stadio San Siro. In particolare, alcuni capi ultras, tra cui Luca Lucci, leader della Curva Sud rossonera, e Andrea Beretta, della Curva Nord nerazzurra, sono accusati di estorsione e intimidazione verso i gestori dei bar presenti nello stadio. L’accusa sostiene che gli ultras abbiano bloccato la vendita di bevande lamentando un presunto aumento “incongruo” dei prezzi, causando un danno economico compreso tra i 12 e i 36 mila euro per le società che gestiscono il servizio.
San Siro, birre rivendute a cinque euro l'una
La richiesta avanzata dagli ultras per far riprendere la vendita era chiara: 700 birre per il tifo organizzato, acquistate al prezzo di 1.500 euro complessivi (circa 2,14 euro a birra), da rivendere successivamente ai tifosi a 5 euro l’una. Questo schema permetteva ai capi ultras di ottenere un margine di guadagno notevole, creando così un flusso di denaro illecito legato alla gestione delle curve.
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Un giro criminale
L’indagine della procura di Milano ha sollevato l’attenzione sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo ultras, sottolineando come alcune frange di tifosi organizzati utilizzino metodi intimidatori e criminali per trarre profitto dalle attività commerciali all’interno degli stadi. Questo episodio rappresenta uno dei tanti elementi che stanno emergendo dal complesso intreccio tra criminalità organizzata e tifo estremo.
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