La replica non si è fatta attendere. Conceiçao ha smentito con fermezza, ribadendo che quelle frasi non gli appartengono e non riflettono la realtà. Il tecnico ha chiarito di confrontarsi sempre direttamente con la società e i giocatori, senza bisogno di intermediari. Alla Gazzetta ha precisato:

Soffro per il momento del Milan, ma nulla di ciò che è stato detto su di me è vero. Il club è presente, io non sono solo.

Una dichiarazione netta, che esclude qualsiasi malumore con la dirigenza. Ogni giorno il tecnico parla con Moncada e Ibrahimovic, trova sostegno nelle figure chiave della società. Anche se ci sono state tensioni nello spogliatoio, il confronto è stato sempre leale e costruttivo. Conceiçao ai giocatori ha spesso chiesto maggiore intensità, ha spiegato come il talento da solo non basta. La Champions League ha confermato una preoccupante fragilità mentale della squadra, evidente dentro errori pesanti come quello di Theo Hernandez contro il Feyenoord a San Siro. Il tecnico ha ricordato come il suo Porto, un anno fa, uscì agli ottavi contro l’Arsenal solo ai rigori, dimostrando quanto sia fondamentale lo spirito combattivo oltre alla qualità tecnica.

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