Non poteva che esserci buongiorno migliore in casa, un dolce risveglio accompagnato da caffè, magari una brioche e un 2-1 in casa dell'Inter che fa godere, e non poco tutto il popolo rossonero. Negli ultimi sei incontri contro i nerazzurri si era vista la netta superiorità dell'avversario, soprattutto dal punto di vista mentale. La gara di ieri però ha smentito totalmente la pressione psicologica interista, apparsa spenta e priva di idee. Il focus di quest'oggi però lo dedichiamo al match-winner, Matteo Gabbia, l'uomo del destino.

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L'uomo del destino, il ragazzo del Settore Giovanile e la sua anima rossonera

Una storia meravigliosa quella di Matteo Gabbia, cresciuto nel Milan fin da bambino, nato con i colori rossoneri sulla pelle. Nel corso delle ultime stagioni con Stefano Pioli, il centrale italiano classe 1999 non aveva trovato molto spazio, da lì poi la scelta di andare in Spagna al Villareal in prestito. Il ritorno a Milano, nella passata annata è stato un trionfo. Gabbia è tornato in rossonero con altre motivazioni, un atteggiamento diverso e una capacità, anche tecnica e difensiva che ha saputo stupire tutti. I suoi miglioramenti non sono una novità, e il gol messo a segno ieri sera è il giusto premio per tutti gli sforzi, lavoro e perchè no? Sofferenze di un milanista vero, uno di noi, uno come Matteo Gabbia.

Gabbia come Cutrone, lo strano caso dei due rossoneri cresciuti nel vivaio del Milan

Matteo Gabbia è l'eroe del Derby, deciso ieri sera con un gran colpo di testa su una bella punizione tagliata di Reijnders. Il numero 46, da una vita al Milan, ha segnato il suo primo gol in una stracittadina e dopo aver festeggiato con i compagni ha voluto mandare un messaggio d'amore per la sua squadra ed il suo club: "Ti amo Milan. Che gruppo, che squadra. Bravi ragazzi". Un piacevole ritorno al passato per un milanista cresciuto nel vivaio rossonero. Infatti, nel lontano dicembre 2017, Patrick Cutrone decise un altro Milan-Inter di Coppa Italia. Proprio come Gabbia, fu una rete arrivata dalle Giovanili del Milan: altro super motivo di orgoglio. Un altro grande segnale, arrivato anche alla stampa e ai media era stato già segnalato dal giornalista Paolo Condò, che nei giorni scorsi evidenziava l'importanza di Gabbia nel gruppo squadra: "Diciamo che Maignan è il leader di questa squadra, ma da quando è in italia non lo abbiamo mai visto davanti alle telecamere a parlare dopo una sconfitta. E' successo solo dopo i brutti fatti razzisti di Udine e basta. Quelli che ci hanno sempre messo la faccia sono stati Florenzi e Matteo Gabbia, erano sempre presenti. Tutti i grandi giocatori del Milan astensione e scena muta totale, è una dimostrazione di mancanza di leadership".

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