Fonseca, novità in spogliatoio prima del derby. Così il Milan si è riacceso
Il tecnico ha "risvegliato" l'anima del gruppo già mercoledì a Milanello, dopo il Liverpool. Il retroscena dei tre giorni pre derby vissuti dal Milan.
"Coraggio" in inglese si dice “courage”, e nello stesso modo in francese, cambia solo la pronuncia. In Portogallo “coraggio” si scrive “coragem”. Paulo Fonseca ha fatto un breve ripasso prima del derby contro l'Inter, vinto poi 2-1 con i gol di Christian Pulisic e Matteo Gabbia. Mentre stava organizzando con il club, i suoi collaboratori e lo staff del Milan Futuro una grigliata di fine estate a Milanello con l'intento di fare gruppo, e unire ancora di più lo spogliatoio in vista del match contro i nerazzurri, Fonseca aveva con sé il dizionario multi-lingua aperto alla lettera “c”.
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Non abbiate paura!
Guardando al derby, il tecnico ha chiesto ai suoi ragazzi di metterci coraggio, gettare il cuore oltre l'ostacolo senza alcuna paura. E a vedere i risultati, la lezione pare proprio sia stata da tutti seguita attentamente. Non è un caso che l'ex Lille ne abbia parlato nell'intervista rilasciata a DAZN dopo il successo contro i campioni d'Italia domenica sera: «Abbiamo giocato con tanto coraggio e abbiamo meritato di vincere», ha detto.
Fonseca e il suo staff hanno studiato ogni singola mossa pre derby lavorando sui dettagli, tattici e motivazionali. Hanno saputo toccare le giuste corde coinvolgendo ogni singolo calciatore. A proposito di dettagli, in spogliatoio il tecnico domenica all'arrivo della squadra ha fatto trovare sul posto di ogni singolo giocatore il numero di maglia, lo stemma del Milan e la parola “coraggio” scritta nella lingua madre.
Fonseca, la squadra in pugno
Il piano d'azione era già scattato mercoledì, il giorno dopo la sconfitta in Champions. Il primo passo che ha segnato la svolta nella testa dei giocatori è arrivato durante una riunione tecnica: a Carnago Fonseca ha parlato alla squadra per oltre un'ora e mezzo, senza fare un accenno agli errori tattici commessi in campo contro il Liverpool. Ha scelto un approccio meno aggressivo, ma anche meno distaccato: da una parte e dell'altra nessun ruolo specifico, nessun “boss” a dettare ordini o a tirare le orecchie. Solo un faccia a faccia del tutto costruttivo, un confronto da uomini. In quella stanza Fonseca voleva uscire con una consapevolezza e l'ha ottenuta: avere di fronte a sé il suo Milan, un gruppo unito, pronto a remare verso la stessa direzione.
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