Da settimane Theo Hernandez è tornato ad essere il giocatore devastante che avevamo ammirato nell'anno dello scudetto e in parte la scorsa stagione. Assist e gol, una valanga di giocate decisive al servizio del Milan. Non che nei mesi scorsi non avesse fatto bene, ma prima del nuovo exploit Pioli lo aveva un po' “nascosto”, sfruttando soprattutto le sue qualità difensive. Cosa è cambiato all'improvviso?

L'evoluzione di Theo è figlia del nuovo vestito che indossa. A spiegarlo bene è Luca Diddi, tattico e allenatore, un passato da tecnico della Primavera del Carpi e da Match Analyst dell'Hellas Verona: «Il “nuovo” Theo Hernandez è figlio di due fattori» ha raccontato in un intervento video con il giornalista Carlo Pellegatti.

Theo Hernandez a Praga maglia viola

Fattore numero uno: il rientro di Fikayo Tomori

Con Tomori il Milan dietro può permettersi situazioni in partita di uno contro uno, così Theo ha più libertà di spinta, cosa che con la coppia Kjaer-Gabbia non aveva. Con Kjaer e Gabbia in difesa, che nell'uno contro uno non hanno le caratteristiche di Tomori, Theo doveva restare più bloccato.

Fattore numero due: l'equilibrio ritrovato

Theo Hernandez e Bennacer o Theo e Reijnders ora si invertono la posizione. Quando Theo spinge rimane sempre uno dei due in copertura. È una questione di equilibrio che il Milan prima non aveva. 

In conclusione… Se oggi Theo Hernandez sulla fascia è tornato ad essere un giocatore incontenibile, in grado di spettinare gli avversari con una sola accelerata, non è perché fisicamente sia più in forma di quanto lo fosse stato in stagione fino a questo momento. La condizione fisica non centra. Secondo Luca Diddi «sono le funzioni del francese ad essere cambiate».

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