La mission di Gerry Cardinale, patron di RedBird, è chiara: riportare il Milan nell’élite del calcio mondiale. Il percorso fin qui è stato però segnato da numerosi ostacoli. A un anno dall’ingresso di Zlatan Ibrahimovic come senior advisor di RedBird, l’impronta dello svedese nella gestione del club è diventata sempre più evidente. Il suo ruolo si è evoluto, con un ampliamento delle competenze e una crescente influenza nelle decisioni strategiche e di calciomercato.

Ibra ha preso il comando delle operazioni, tanto che nessuno oggi ha più potere di lui in Via Aldo Rossi. Non solo è coinvolto nella gestione quotidiana delle squadre, lo svedese tiene sotto controllo anche le aree marketing e comunicazione. Le sue decisioni sono definitive e difficilmente vengono riviste da altri dirigenti, come dimostra l’ultimo atto di separazione dal direttore sportivo Antonio D’Ottavio.

Nonostante la visione collegiale del club, con Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada che lavorano a stretto contatto con lui, Ibrahimovic ha un cerchio ristretto di collaboratori fidati. Ed è qui che Zlatan intende ripartire. Incassati i fischi e la contestazione della tifoseria durante la serata dei 125 anni del club, il gigante di Malmoe ha pronta una nuova decisione, che a molti fa già storcere il naso.

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