Geoffrey Moncada, Direttore Tecnico del Club, è arrivato al Milan nel 2019: il dirigente francese ha parlato ai microfoni di MilanNews.it, raccontandosi a 360 gradi. Di seguito, le sue dichiarazioni in merito ad alcuni giocatori attualmente in forza al Milan e su Mister Fonseca.

Su Morata

Questo è l’esempio perfetto di “non algoritmo”. Abbiamo preso il capitano della nazionale spagnola, che ha vinto tutto e che ha giocato già anche in Italia. Ero totalmente convinto di Alvaro, ero sicuro che fosse il ragazzo perfetto per noi. Ha una mentalità importante nello spogliatoio, da leader. Prima ho sentito l’agente, Zlatan poi ha parlato con il giocatore perché lo conosceva, e poi abbiamo parlato insieme. Mi piace questo esempio perché non arriva dai dati. L’anno scorso ha fatto 22 gol all’Atletico Madrid. Per noi è ancora un giocatore molto interessante. Sono contento, lui si sente molto bene qua.

Sui rinnovi di Theo e Maignan

Abbiamo cominciato da due mesi le discussioni. Posso dire che siamo messi bene. Non so quale sarà il primo ma abbiamo cominciato molto bene. Sono veramente tutti contenti, non ho visto nessuno che voglia andare via. Potete chiedere a loro, sono tutti contenti qui al Milan. Noi dobbiamo metterli nelle migliori condizioni possibili per poter fare bene, ma anche costruire un rapporto diretto con noi. Con me e Zlatan non hanno problemi. È vero, noi siamo giovani a livello anagrafico, ma con noi possono parlare in maniera diretta e veloce. Possiamo discutere e siamo qua per aiutare la squadra.

Su Theo

Ce l’avevo nel database da quando giocava nell’Atletico Madrid in Youth League, l’ho visto quando ero al Monaco. Però poi l’ha preso il Real Madrid. Dopo l’abbiamo seguito all’Alaves e alla Real Sociedad: ha avuto dati incredibili. Ha ancora un margine importante. Fa già tanti gol e assist, è molto difficile trovare un terzino sinistro così. Lui non sa neanche la potenzialità che può avere. Un terzino sinistro così. Penso che avrà una grande carriera davanti, è ancora giovane.

Su Reijnders

Ci sono degli aspetti, a volte, che ti instillano il dubbio. Reijnders ci ha messo tanto tempo per arrivare ad alti livelli. Non ha giocato subito all’AZ: era nella seconda squadra ed è andato in prestito. E allora ti chiedi come mai all’AZ, che normalmente mette subito in campo chi è bravo, non ha giocato? Questo era il nostro dubbio. Ma era ovviamente nel nostro database: abbiamo creato video, abbiamo analizzato i dati, ci sono stati tanti report dove l’abbiamo visto sempre bene. Non ha fatto male e né ha fatto cose da top. Ha fatto sempre bene. Però l’ultimo all’AZ ha giocato in Conference League: l’ho visto contro la Lazio, sono andato a vederlo anche contro il West Ham e lì mi sono detto che questo giocatore sa fare tutto, corre tanto, tecnicamente è bravo. È sempre positivo, va sempre in avanti. Mi è piaciuto come profilo, ho pensato che potevamo portarlo al Milan e vedere poi come si sarebbe sviluppato. A giugno abbiamo fatto un meeting con Stefano Pioli, a casa sua a Parma. Mi ha detto subito che aveva bisogno di un centrocampista con qualità, un numero 8 di regia, un profilo versatile. Allora gli ho fatto vedere Reijnders e mi ha detto subito che gli piaceva. Da lì siamo andati avanti veloce nella trattativa. Penso che oggi possa arrivare a 10 gol facilmente. Però può fare anche assist, che sono altrettanto importanti. Tutti parlano di gol, vero, però anche trovare l’ultimo passaggio è importante.

Su Fofana

Avevo visto un giovane che aveva tanta fiducia, che lavorava tanto in allenamento. Poi è stato interessante anche il suo rapporto con i tifosi, è un ragazzo che è sempre sorridente e aperto. Mi è piaciuto, era il suo primo anno a Strasburgo in Ligue 1: subito titolare, non ha fatto prima un percorso nel settore giovanile. È stato interessante vedere come si allenava. Sono arrivato a gennaio 2019 a Milano, Fofana l’avevo già visto quando ero al Monaco. Ho portato il mio database a Milano e l’abbiamo seguito. Ha cominciato a giocare tante partite in Ligue 1: lì inizia ad essere difficile perché sono arrivati anche club tedeschi e inglesi. L’abbiamo comunque seguito fino al Monaco.

Su Leao

E' entrato nel mio database da quando era nelle giovanili delo Sporting: mi ricordo che l’ho visto contro il Belenenses con il Lisbona. Penso avesse 17 anni. Giocava come numero 10, da seconda punta. Era molto libero, ho visto un profilo molto interessante: alto, longilineo, tecnicamente super. Ha fatto gol con una fiducia incredibile. Era da seguire. Poi ovviamente l’hanno visto tanti altri scout, non sono di certo io il primo ad averlo visto. Però sai, vai a vedere una partita di U17 in Portogallo e vedi un ragazzo così… Lo segui subito. Allora abbiamo fatto una shortlist, c’era bisogno di prendere un nuovo esterno sinistro. C’erano bei nomi: Leao, Malen, Marcus Thuram che era al Guingamp… C’era questo tipo di profilo, fisico. Oggi tutti giocano a livelli alti e stanno facendo bene. Ma 4-5 anni fa non era così scontato. Leao giocava al Lille e aveva fatto solo sei mesi da titolare e l’abbiamo portato a Milano. Non è facile… in generale si è sempre molto duri con i giocatori ma per me bisogna lasciargli sempre un po’ di tempo.

Su Pulisic

Al Dortmund era un giocatore pazzesco, veramente forte. Il Chelsea l’ha preso per questo, è uno che può giocare a destra, a sinistra, da numero dieci, dietro la punta. In Germania aveva dati impressionanti, al Chelsea no. Pensavamo che non fosse possibile che un calciatore del genere non facesse performance di alto livello in Premier League. Quando abbiamo perso Brahim Diaz è uscito subito questo nome, era una possibilità da fare in quel mercato. Il timing fa tanto. Magari due anni prima sarebbe stato impossibile. Ma quando c’è lo spazio per fare un giocatore così devi prenderlo subito. L’anno scorso da esterno destro ha fatto la stagione più bella della sua vita. Oggi però magari abbiamo bisogno di lui come trequartista.

Su Fonseca

Paulo ha uno stile di gioco, l’abbiamo visto al Lille, che il Milan penso debba avere. Giochiamo a Milano e a San Siro, dobbiamo controllare il gioco e la palla. Dobbiamo essere solidi su questi punti. Paulo ha una bella capacità di lavorare, fa allenamenti interessanti. Lavora individualmente e col collettivo. Per esempio può lavorare con tutti i centrocampisti: dopo l’allenamento prende quattro-cinque centrocampisti e fa un lavoro specifico con loro. Siamo a novembre, a fine stagione sono sicuro che vedremo tanti giocatori che avranno fatto uno step enorme con lui. Le top 5 europee sono il City, il Liverpool, il Bayern ecc. Noi vogliamo provare almeno ad avvicinarci, ma non è facile. Anche il Liverpool ci ha messo otto anni per arrivare a questo livello, prima non era così. Hanno fatto un lavoro importante. Però hanno avuto una strategia con un coach che ha una metodologia di gioco precisa. Noi vogliamo fare questo tipo di metodologia di gioco con un coach che ha le idee chiare e sviluppare i giocatori. Lavoriamo insieme ogni giorno. E adesso penso che Leao sia totalmente diverso. Basti vedere le sue prestazioni a Madrid, a Cagliari e in nazionale. Sono situazioni che possono succedere, non si è sempre perfetti altrimenti sarebbe troppo facile. Bisogna accettare che i calciatori possano avere momenti di difficoltà e supportarli come abbiamo fatto io e Zlatan con Rafa, dandogli supporto e un confronto costruttivo. Siamo una famiglia.

LEGGI ANCHE Milan, dall'Udinese arriva il vice Theo. Nel frattempo Belahyane...

Geoffrey Moncada a Casa Milan
Pescara-Milan Futuro 4-1: poker degli abruzzesi, ai rossoneri non basta il gol di Turco